Il portale Anclsu informa gli iscritti al sindacato unitario di categoria circa la recente sottoscrizione di un protocollo di intesa tra MIUR e ANPAL, sulla figura dei tutor esterni nell’Alternanza Scuola-lavoro.
Anche in seguito ai numerosi episodi di sfruttamento dell’Alternanza Scuola-lavoro da parte di grandi aziende che l’hanno di fatto trasformata in un’esperienza di lavoro gratuito senza alcuna reale formazione, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca insieme all’Agenzia di Servizi per le Politiche Attive del Lavoro del MLPS, ha deciso di favorire l’integrazione tra il sistema formativo italiano e il mondo del lavoro, accrescendo il numero dei tutor esterni. Si tratta di figure specializzate che saranno (e sono già stati) messi a disposizione delle scuole secondarie di secondo grado e avranno una funzione di raccordo tra l’ambiente scolastico e l’ecosistema imprenditoriale del territorio circostante.
L’obiettivo dei tutor esterni sarà, appunto, quello di facilitare, migliorare e rendere realmente formativa l’esperienza prevista dall’Alternanza-Scuola Lavoro (400 ore in azienda per gli studenti degli istituti tecnici e 200 ore per quelli dei licei), affiancando sia i docenti che rivestono il ruolo di tutor interni, sia i dirigenti scolastici. Secondo quanto affermato da Maurizio Del Conte, presidente di ANPAL, l’impegno dell’Agenzia del Ministero del Lavoro, sul fronte dell’Alternanza Scuola Lavoro
“Il tutor sarà una figura nuova. Formeremo ragazzi con competenze specifiche nell’ambito della formazione e dell’orientamento. Il tutor dovrà mettere in contatto il mondo della scuola con quello dell’impresa oltre che risolvere le pratiche burocratiche. Si tratta di un’esperienza fondamentale per dare ai nostri ragazzi le stesse opportunità che, da decenni, hanno i loro coetanei europei”.
Per questo, l’intervento che seguirà alla sottoscrizione del protocollo d’intesa coinvolgerà inizialmente 1250 scuole, a partire dall’anno scolastico appena iniziato, per arrivare gradualmente a interessare 5000 istituti secondari superiori, sia statali che paritari.
Alternanza scuola-lavoro: una difficile dualità
Quella configurata negli ultimi mesi dal sistema duale introdotto dalla Buona Scuola (L. 107/2015) è in realtà una difficile convivenza di cui i casi più noti di sfruttamento della forza-lavoro messi in atto dalle grandi aziende italiane non sono che la punta dell’iceberg.
Gli studenti che friggono patatine o raccolgono olive nei campi sono solo una delle molteplici incongruenze dell’alternanza scuola-lavoro, una prassi che oltre a dar luogo a episodi a dir poco incresciosi che di formativo hanno poco o nulla, ha evidenziato la scarsa preparazione del tessuto sociale a mettere gli studenti in condizioni di vivere un’esperienza davvero formativa lontano dai banchi di scuola.
Una delle esigenze alle quali le scuole più difficilmente riescono a far fronte è proprio trovare luoghi della formazione adatti a far vivere agli studenti un’esperienza extracurricolare che possa trasferire loro competenze professionali.
Le stesse imprese che accolgono gli studenti si trovano di fronte alla necessità di destinare tempo e risorse ai ragazzi delle scuole superiori e, anche a fronte delle migliori intenzioni, non sempre risulta semplice valorizzare questa opportunità.
Anche i professionisti della nostra categoria che operano sul territorio della provincia hanno notato come sia difficile calamitare l’attenzione dei ragazzi che attraversano quella che spesso viene considerata un’età difficile e coinvolgere nell’attività lavorativa.
In altri casi i consulenti del lavoro sono stati contattati da rappresentanti delle istituzioni scolastiche e si sono trovati di fronte a pressanti richieste di ospitalità per gli studenti: l’importante, in quest’ultimo caso, era piazzare gli studenti, per adempiere a un obbligo normativo, il resto aveva poca importanza.
Questa situazione, a dir poco confusionaria, pone al legislatore molte inderogabili urgenze ma nasconde tra le sue pieghe anche differenti opportunità per il tessuto socio-economico.
Tutor esterni nell’Alternanza Scuola-lavoro
I tutor esterni sono una figura concepita proprio per creare un ponte di raccordo tra scuola e territorio, tra bisogni formativi e realtà imprenditoriali, allo scopo di valorizzare l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro e di massimizzarne gli effetti per le imprese.
Il protocollo di intesa recentemente sottoscritto da MIUR e ANPAL segue una procedura di individuazione e selezione dei tutor esterni che ANPAL aveva già avviato autonomamente negli scorsi mesi quando, a giugno 2017, aveva emanato degli avvisi di vacancy, relativi a ciascuna regione italiana, per individuare 264 tutor esterni o territoriali, oltre ad alcune altre figure – i Professional, che dovrebbero supportare i tutor veri e propri nelle loro attività e gli Esperti della transazione che operano solo a livello centrale sempre nell’ambito della cosiddetta transazione – previste dal cosiddetto sistema duale.
All’atto pratico i tutor esterni dovrebbero occuparsi di pianificare le azioni da svolgere negli istituti scolastici e di strutturare specifici servizi per la transizione scuola-lavoro e per l’alternanza. Il loro ruolo è quello di fornire un’assistenza di carattere tecnico agli Istituti scolastici, provvedendo al disbrigo delle pratiche burocratiche e agli adempimenti previsti dalla normativa, come anche di individuare gli strumenti e di organizzare le attività che consentano di realizzare concretamente la transizione e che, quindi, interessino non solo le scuole ma anche le imprese e altri stakeholder del tessuto economico del territorio di riferimento (si pensi, ad esempi, alle camere di commercio, agli incubatori di imprese, alle associazioni datoriali, sindacali e di categoria).
Altro compito dei tutor esterno è quello di prendere contatti con le stesse imprese così da creare una rete di aziende ed enti funzionali ad attivare e realizzare i percorsi di transizione.
Sul versante operativo, ad esperienza iniziata, il tutor esterno monitora i percorsi di alternanza scuola-lavoro, ne verifica l’efficacia (anche insieme al docente tutor) e cerca di risolvere eventuali criticità che emergono nel percorso.
Assunti con contratti di collaborazione e con contratti a tempo determinato (i soli Professional) tutte le figure coinvolte nell’attività di transazione hanno da subito sollevato molteplici interrogativi, soprattutto nelle rappresentanze sindacali che hanno manifestato la necessità di rendere più chiare sia le modalità di raccordo tra scuola e tutor sia gli obblighi che le scuole hanno nei confronti dei tutor, riguardo al loro utilizzo e alle modalità di impiegarli.
Tutor esterni e interni nell’Alternanza Scuola-Lavoro
Anche per questo, all’inizio di Novembre, il MIUR ha diffuso differenti documenti che vanno a specificare e a chiarire il dettato della Legge 107/2015 (c. 33, art. 1) riguardo all’alternanza scuola-lavoro e alle due differenti figure di tutor che devono coordinarsi e interagire affinché questa esperienza possa avere una reale utilità per lo studente e, soprattutto, eviti di incentivare l’impiego di forza lavoro non pagata in luogo di quella retribuita.
Proprio per questo è stata chiarita anche l’importanza della figura del tutor interno, o docente tutor, che deve, dopo esser stato designato dall’istituzione scolastica, deve operare in stretta interazione con il tutor esterno, per:
- elaborare un percorso formativo personalizzato sottoscritto da tutte le parti coinvolte (scuola, struttura ospitante, studente e adulto che esercita la potestà genitoriale);
- assistere e guidare lo studente nel percorso di alternanza, per verificarne, poi, insieme al tutor esterno, il corretto svolgimento;
- gestire le relazioni con il contesto aziendale dove avviene l’esperienza di alternanza;
- monitorare le attività dello studente e affrontarne, con lui, le eventuali criticità che emergono nel percorso;
- valutare e comunicare gli obiettivi raggiunti e le competenze sviluppate dallo studente;
- informare gli organi scolastici e aggiornare il Consiglio di classe riguardo allo svolgimento dei percorsi di alternanza dei vari studenti;
- assistere il Dirigente Scolastico nella redazione della scheda di valutazione delle aziende o di altre strutture con le quali sono state stipulate le convenzioni per le attività di alternanza, verificandone l’effettivo potenziale formativo;
Il tutor esterno, selezionato e indicato dall’azienda o, comunque, dalla struttura che ospita l’esperienza di alternanza (può trattarsi anche di un’associazione o di una fondazione), può essere un soggetto interno all’azienda o esterno ad essa, può, quindi, essere selezionato tra quelli già identificati dall’ANPAL, ed ha, in ogni caso, un ruolo di raccordo, tra l’istituzione scolastica e l’impresa, all’interno della quale diventa la figura di riferimento per lo studente.
Insieme al tutor interno, o docente tutor, ha il compito di progettare, organizzare e, poi, valutare l’esperienza di alternanza.
Nel contesto aziendale, oltre ad assistere lo studente ha il compito di favorirne l’inserimento e di informarlo sia sulle procedure interne che sugli specifici rischi aziendali. Il tutor esterno è tenuto, inoltre, a pianificare e organizzare le attività dello studente in base al progetto formativo precedentemente approntato.
Infine il tutor esterno deve coinvolgere lo studente nella valutazione dell’esperienza svolta e fornire all’istituzione scolastica gli elementi necessari per valutare l’attività svolta dallo studente e l’efficacia del percorso formativo.
La coordinazione e l’interazione tra docente tutor e tutor esterno è di fondamentale importanza per rendere il percorso di alternanza un’esperienza davvero fruttuosa dal punto di vista formativo, definendo quelle che possono essere le condizioni organizzative migliori sia per orientare lo studente nelle proprie scelte professionali successive sia nel trasferimento di specifiche competenze.
Entrambi i tutor sono responsabili del monitoraggio del percorso e dell’avanzamento di esso, come anche della risoluzione di eventuali criticità che possono sorgere al suo interno.
Entrambi i tutor, inoltre, concorrono nella verifica dell’attività svolta e dell’acquisizione delle competenze e possono utilmente raccogliere elementi utili a riprodurre esperienze di formazione realmente efficaci.
I consulenti del lavoro nell’alternanza scuola-lavoro: percorsi aperti
Come già detto sopra, con il recente protocollo d’intesa sottoscritto tra MIUR e ANPAL ha lo scopo di creare una nuova figura professionale – quella del tutor esterno – appositamente pensata per valorizzare l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro.
Ciò non toglie, però, che anche molti altri soggetti possano giocare un ruolo di primaria importanza per rendere questa esperienza una reale opportunità per le aziende e per i giovani. Accanto ai molti casi di sfruttamento e di lavoro gratuito, saliti agli onori delle cronache negli ultimi mesi, infatti, si contano numerosi casi in cui i consulenti del lavoro hanno già svolto un ruolo di raccordo fondamentale tra le istituzioni scolastiche e il tessuto imprenditoriale dei rispettivi territori di appartenenza.
- La Regione Toscana, l’Ufficio Scolastico regionale della Toscana e la consulta toscana degli Ordini dei consulenti del lavoro hanno recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa per la promozione e la maggiore attuazione al modello di formazione duale, improntato sull’alternanza tra scuola e lavoro e, di conseguenza, sullo strumento dell’apprendistato.
- Lo stesso è avvenuto a Foggia, dove l’impegno per la promozione e l’attivazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro realmente formativi e, al contempo, capaci di soddisfare le esigenze delle imprese e dei professionisti è stato , creando competenze in linea con le richieste del mondo del lavoro e favorendo lo sviluppo di comportamenti professionali ispirati alla conoscenza, è stato sottoscritto dai rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Regionale, della Camera di Commercio e degli Ordini dei Dottori Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro di Foggia.
- Grande soddisfazione è stata, infine, espressa dai consulenti del lavoro di Vicenza che collaborano fruttuosamente con il liceo Brocchi di Bassano del Grappa da tre anni, fornendo strumenti teorici sulla normativa del lavoro, sulla sicurezza e sull’organizzazione aziendale che rendono, poi, l’esperienza in azienda più proficua sia per i ragazzi che per le aziende.
In direzioni simili si stanno muovendo anche le camere di commercio della provincia di Pisa e della Regione Emilia-Romagna.
Consulenti per l’alternanza scuola-lavoro: una sfida che paga?
Spendersi per la valorizzazione delle esperienze di alternanza scuola-lavoro sul territorio di riferimento può avere, per i consulenti del lavoro, vantaggi indiscutibili sul medio e lungo e periodo.
Sarebbero soprattutto le rispettive aziende clienti a guadagnare da questo loro sforzo: lo studente introdotto in azienda, infatti, se adeguatamente formato e valorizzato può diventare una risorsa futura per l’azienda che, in tal modo, può accedere anche ad agevolazioni di carattere contributivo e ad incentivi economici:
- la legge di Stabilità 2018, in fase di approvazione, dovrebbe con ogni probabilità confermare l’esonero contributivo totale per i primi tre anni, per i giovani assunti a seguito di un’esperienza di alternanza scuola-lavoro;
- il progetto Orientamento al lavoro e alle professioni, approvato dal Ministro dello Sviluppo economico con il DM del 22 maggio 2017, assegna alle Camere di Commercio delle specifiche competenze in materia di Alternanza scuola-lavoro e gli consente di emanare appositi bandi per erogare appositi contributi/voucher alle imprese che si iscrivono al RASL (Registro nazionale alternanza scuola-lavoro) e ospitano studenti nell’ambito dei percorsi di alternanza previsti dalla Legge 107/2015.
Questo articolo è stato modificato per l'ultima volta il 10 Novembre 2017 11:38