Con il Principio Interpretativo 1/2018 recentemente diffuso dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, il Presidente, Rosario De Luca, segnala la necessità, per il sistema Italia, di un DURC corretto e semplice.
Se l’Italia vuole crescere, in altri termini, è necessaria una nuova regolamentazione per il DURC che privilegi la semplificazione e l’efficacia della procedura di rilascio. Il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) ha assunto una tale centralità nei rapporti economici delle aziende con gli enti sia pubblici che privati da essere divenuto strumento indispensabile. Per questo le lungaggini, la farraginosità e le inesattezze che ne caratterizzano l’iter amministrativo spesso determinano nel bene e nel male la stessa sopravvivenza delle aziende. Gli istituti previdenziali ed assicurativi infatti attestano la regolarità delle prestazioni dovute loro dalle imprese e l’esito negativo dell’istanza di frequente fa conseguire una grave paralisi per l’attività dei richiedenti.
DURC: ancora troppi errori e inesattezze da parte della PA
Ma spesso, troppo spesso, detto esito negativo non è determinato dalla reale situazione contributiva dell’azienda ma da errori di contabilizzazione degli Istituti. E dette situazioni diventano quanto mai dannose perché il DURC non soltanto attesta la regolarità contributiva, ma ormai rappresenta per gli operatori economici un vero e proprio lasciapassare per lo svolgimento delle rispettive attività.
Le imprese affidatarie di appalti pubblici, quelle concessionarie di servizi da parte di enti pubblici, hanno infatti l’obbligo di presentazione del Documento Unico di Regolarità Contributiva, pena l’esclusione dalla partecipazione alla gara o la revoca dell’affidamento o della concessione. Documento fondamentale dunque e momento essenziale per la vita dell’impresa quello del suo rilascio, previa verifica della sussistenza dei requisiti che consentono l’attestazione di regolarità.
Le pastoie della attuale normativa sul DURC
Tuttavia la disciplina che lo regola patisce gli effetti di una normativa complessa, dalla quale conseguono esiti incerti, talvolta contraddittori, o dinieghi della regolarità contributiva dovuti a meri errori formali insignificanti ai fini della ratio di tutela diffusa cui la norma è preordinata. Che ciò sia vero è confermato, oltre che dalla copiosa giurisprudenza e dalle istanze più volte avanzate dalla Categoria, dallo stesso esecutivo, che con il d.m. del 30 gennaio 2015 ha provato a rimediare alle evidenti contraddizioni con una operazione di dichiarata semplificazione della materia, non del tutto andata a segno.
L’approfondimento offerto nel Principio Interpretativo 1/2018 dal Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, vuole essere perciò un contributo di chiarezza, attraverso l’analisi puntuale dei diversi aspetti interpretativi ed applicativi in materia di DURC, con l’auspicio dichiarato che si voglia percorrere la strada qui prefigurata, di semplificazione vera e privilegio per la sostanza, nel rispetto delle finalità della norma e garanzia di premialità sostanziale per le aziende virtuose.
Questo articolo è stato modificato per l'ultima volta il 22 Maggio 2018 12:19