Con una comunicazione ufficiale (Prot. n. 706/Pres.) dello scorso 2 Maggio 2019, il Presidente Nazionale ANCL Dario Montanaro, denuncia la grave situazione configuratasi riguardo agli assegni familiari ai lavoratori dipendenti, che, recentemente, non sono stati erogati.
La lettera, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Giuseppe Conte, al Ministro del Lavoro, Dott. Luigi Di Maio, al Presidente dell’INPS, al Direttore Generale INPS, Dott.ssa Gabriella Di Michele, al Magistrato della Corte dei Conti delegato al controllo, Dott. Antonio Buccarelli, al Presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza INPS, Dott. Guglielmo Loy, ai Ministri del Governo ltaliano, ai Sottosegretari del Governo ltaliano, ai Senatori e Deputati del Parlamento, al Segretario Generale Nazionale della CGIL, Dott. Maurizio Landini, al Segretario Generale Nazionale della CISL, Dott.ssa Annamaria Furlan, al Segretario Generale Nazionale della UIL, Dott. Carmelo Barbagallo, al Segretario Generale Nazionale della UGL, Dott. Francesco Paolo Capone, denuncia la mancata erogazione degli assegni per il nucleo familiare ai lavoratori dipendenti.
La denuncia di ANCL per la mancata erogazione degli assegni familiari
A pochi giorni dalla denuncia della violazione degli obblighi di legge da parte di INAIL, riguardo all’Autoliquidazione dei Premi INAIL 2018/2019, ANCL torna a sollecitare l’Esecutivo e, in questo caso, anche l’INPS, per una questione che, seppur differente, sta comunque mettendo a dura prova il normale svolgimento dell’attività professionale dei Consulenti del Lavoro e delle imprese e sta creando anche un danno ai lavoratori.
Con circolare n. 45 del 22 Marzo 2019, l’INPS ha stabilito che
“a decorrere dal 1° aprile 2019 le domande di assegno per il nucleo familiare dei lavoratori dipendenti di aziende attive del settore privato non agricolo devono essere presentate direttamente all’INPS, esclusivamente in modalità telematica, al fine di garantire all’utenza il corretto calcolo dell’importo spettante e assicurare una maggiore aderenza alla normativa vigente in materia di protezione dei dati personali” (cfr. § 2 della circolare).
In ragione di quanto sopra, nella medesima circolare, veniva specificato che
“gli importi calcolati dall’Istituto (come descritto al precedente paragrafo 2) saranno messi a disposizione del datore di lavoro, che potrà prenderne visione attraverso una specifica utility, disponibile dal 1° aprile 2019, presente nel Cassetto previdenziale aziendale, con specifica indicazione del codice fiscale del lavoratore ed eventualmente di quello del richiedente, qualora i due soggetti non coincidano (ad esempio nel caso di madre separata senza posizione tutelata, che chiede la prestazione sulla posizione lavorativa dell’altro genitore)” (cfr. § 4.1 della circolare).
Il sindacato unitario dei consulenti del lavoro, tuttavia, constata spiacevolmente che la utility citata nella circolare, che sarebbe dovuta essere attiva nel Cassetto previdenziale aziendale a partire dal 1° Aprile 2019, non è stata ancora attivata. Fermo restando che questa inottemperanza dell’Istituto sta provocando notevoli disagi alle aziende, ai professionisti e ai lavoratori, ANCL deve constatare anche questa volta che gli istituti previdenziali, tra i quali anche l’INPS, non rispettano frequentemente i termini entro i quali organizzare un servizio pubblico di notevole rilevanza (i dati relativi all’importo dell’assegno sono utili per erogare le somme ai dipendenti che ne hanno diritto). Oltre a far presente che i termini di legge spesso non vengono rispettati, devo anche osservare che le scadenze per riorganizzare il servizio vengono individuate autonomamente dagli istituti, talvolta anche violando la legge.
Le conseguenze per il lavoratori e le richieste di ANCL
La mancata attivazione della utility nel Cassetto Previdenziale aziendale fa sì che i lavoratori che hanno chiesto l’erogazione dell’assegno al nucleo familiare, alla data del 2 Maggio, non lo percepiranno, fino a quando l’INPS non organizzerà un efficace servizio di comunicazione.
A fronte di ciò, i consulenti del lavoro e le aziende hanno già elaborato le buste paga per la liquidazione delle retribuzioni relative al mese di Aprile.
Sarebbe bastato indicare nella circolare che il lavoratore o l’Istituto avrebbe dovuto comunicare all’azienda o al Consulente del Lavoro delegato la sussistenza del diritto all’assegno e il relativo importo.
Avendo, invece, scelto una formula organizzativa che ancora oggi risulta carente, ANCL si trova ancora una volta costretta a segnalare che nel complesso la gestione degli istituti previdenziali presenta grossi disagi, spesso pagati dai contribuenti.
Per tutte le ragioni sopra esposte e con la chiara finalità di far rispettare i diritti delle aziende, dei lavoratori e dei Consulenti del Lavoro l’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro del Lavoro, di compiere tutti gli atti utili e necessari per intervenire sulla questione e consentire che ai lavoratori vengano riconosciuti gli importi degli assegni destinati al nucleo familiare.
Questo articolo è stato modificato per l'ultima volta il 5 Maggio 2019 17:48