Il nuovo Consiglio Provinciale: conosciamo insieme Anna Calabrò

Le elezioni del nuovo Consiglio Provinciale, tenutesi lo scorso mese di Aprile hanno riconfermato nel loro incarico, per il triennio 2016-2019, quasi tutti i membri eletti nel precedente mandato. Tra questi, Anna Calabrò, attualmente anche alla guida dell’Unione Provinciale dell’ANCL SU, che conosciamo più a fondo in questa intervista.

Anna Calabrò illustra i principali progetti e le azioni su cui il Consiglio Provinciale concentrerà le sue energie nei prossimi anni, dalla formazione ai rapporti con la pubblica amministrazione e offre anche interessanti considerazioni sulla recente riforma della cassa integrazione e sullo stato di salute del sistema previdenziale della categoria dei Consulenti del Lavoro.

 

  • Buon giorno e grazie del tempo che ha deciso di dedicarci. Le elezioni che si sono tenute recentemente presso l’Ordine Provinciale dei Consulenti del Lavoro di Viterbo hanno confermato, quasi per intero, il Consiglio provinciale uscente. Quali sono state, secondo lei, le scelte vincenti del Consiglio uscente?

Credo che la formula vincente sia stata la coesione, la disponibilità e la dinamicità del gruppo.
Abbiamo cercato di calarci integralmente ed in maniera pratica sulle problematiche che chi svolge la nostra professione deve affrontare giornalmente. Abbiamo tentato di fornire tutti gli strumenti per la formazione continua e per l’aggiornamento, sia organizzando giornate di studio e convegni, sia tramite il web.
Abbiamo costituito e resa operativa la Commissione di Certificazione, conciliazione ed arbitrato, un efficace strumento che il legislatore ha messo a disposizione delle parti per dare loro certezza del rapporto contrattuale e per ridurre il contenzioso; punto d’orgoglio per la valenza della nostra categoria professionale.
Inoltre, anche a livello personale, ognuno di noi ha messo a disposizione dei colleghi la propria esperienza. Abbiamo lavorato molto. Ma siamo stati ripagati dal consenso ricevuto e dimostrato anche con la riconferma della gran parte dei membri del Consiglio uscente.

  • Quali sono, invece, le azioni più urgenti, per gli iscritti della provincia, sulle quali il nuovo Consiglio Provinciale dovrebbe impegnarsi per il prossimi tre anni? Sono già state previste e stabilite alcune linee di lavoro specifiche?

La nostra priorità continua ad essere quella di supportare gli iscritti e di fornire un’adeguata offerta formativa. Per questo abbiamo aggiornato e implementato il nostro sito web rendendolo, ad oggi, una vera e propria banca dati. Per la stessa finalità continueremo ad organizzare giornate di studio e convegni utili alla formazione continua, in particolare replicheremo i nostri appuntamenti mensili di Parliamone Insieme che si è confermato un momento di confronto molto apprezzato. Inoltre, abbiamo in programma il trasferimento della sede del CPO, anche per consentirne una maggiore fruizione ai colleghi. Speriamo di riuscire, ad esempio, a poter dedicare, all’interno della sede, uno spazio di lavoro dove gli iscritti residenti in provincia possano appoggiarsi quando si trovano a Viterbo per esigenze lavorative e hanno bisogno di una scrivania o di un computer. Insomma, vorremmo che presso la sede del Consiglio dell’Ordine tutti i colleghi si sentissero come nel proprio studio.

  • Negli ultimi tre anni, come componente del Consiglio, Lei si è occupata dei rapporti con l’INPS, l’INAIL e gli altri Enti previdenziali: un incarico abbastanza spinoso se consideriamo i recenti casi di mancata erogazione della cassa integrazione in provincia di Viterbo e l’articolo, apparso su Tusciaweb, in cui l’INPS di Viterbo, almeno apparentemente, accusava i consulenti del lavoro di scarsa capacità di interazione con le piattaforme informatiche. Nei rapporti con gli enti previdenziali quali sono, secondo Lei, le azioni che il Consiglio Provinciale dovrebbe rapidamente attuare e quale il suo impegno specifico per il futuro?

Ha proprio ragione, un incarico spinoso! Sicuramente la riforma degli ammortizzatori sociali ha creato grosse difficoltà ad aziende e consulenti. Al contrario delle asserzioni di qualche funzionario INPS, comunque poi smentite ufficialmente, i consulenti del lavoro si sono trovati pronti ad affrontare i cambiamenti. Abbiamo dedicato al tema anche numerosi convegni di studio e di aggiornamento. Purtroppo, come spesso accade in Italia, si fa la norma, ma poi le procedure informatiche rimangono ferme, i decreti attuativi non vengono emanati così come i regolamenti ministeriali di attuazione. In questa giungla il nostro lavoro diventa sempre più difficile e la mancanza di un’adeguata collaborazione con gli enti previdenziali non aiuta.
Le posso dire però che il problema dei rapporti con gli Enti Pubblici, ed in particolare con l’INPS, non riguarda solo la nostra provincia, ma la politica di gestione degli stessi a livello centrale.
Per spiegare qual è il mio impegno specifico, rispondo nella mia doppia veste di componente del Consiglio dell’Ordine e di Presidente dell’ANCL SU di Viterbo: ci sono sedi INPS in Italia che funzionano bene, altre meno bene, ma il problema principale è quello del portale web. Infatti, ci è stata tolta la possibilità di andare in sede o avere contatti telefonici per parlare con gli operatori, e dobbiamo interloquire solo tramite cassetto bidirezionale, non ottenendo nella grande maggioranza delle volte risoluzione in tempi brevi. Quello su cui dobbiamo lavorare, in questo caso non solo a livello provinciale ma su base nazionale, è l’avvio di un insieme di azioni che portino alla riduzione della burocrazia e all’adeguamento dei sistemi informatici ai reali bisogni di aziende e consulenti. Ancora oggi purtroppo, nonostante si parli di innovazione nella Pubblica Amministrazione e di “semplificazioni”, prevale in realtà una PA chiusa in se stessa e nei comportamenti rituali dei propri dipendenti. L’importanza della figura del consulente del lavoro, quale esperto di riferimento in materia giuslavoristica e quale garante di norme, risulta evidente ed incontestabile; forti di questo dobbiamo lavorare affinché ascoltino la nostra voce.

  • Dal punto di vista normativo e legislativo come valuta la recente riforma della cassa integrazione contenuta nel Jobs Act e quali sono le misure più urgenti che il Governo dovrebbe attuare nel settore delle pensioni e della previdenza?

Personalmente la mia valutazione è negativa. Capisco che l’intento sia stato quello di eliminare gli abusi configuratisi negli anni precedenti, ora, però, la restrizione è eccessiva: oggi l’azienda che si trova costretta a far ricorso alla cassa deve prima verificare di possedere tutta una serie di requisiti, elaborare parametri, prospetti e relazioni, per non correre il rischio di vedersi negata l’autorizzazione a posteriori. Sta di fatto che nei primi sei mesi del 2016 si sono ridotte dell’oltre il 40% le aziende che hanno dichiarato una crisi rispetto allo scorso anno. Dubito che i motivi siano dovuti ad una uscita dalla crisi delle aziende italiane o ad una maggiore responsabilità nell’utilizzo delle cassa integrazione in virtù delle nuove regole introdotte dal Jobs Act. Temo, invece, che abbiano intrapreso la strada più “semplice” dei licenziamenti.

  • Qual è lo stato di salute della cassa professionale dei Consulenti del Lavoro e quali sono le azioni necessarie per migliorare la previdenza della sua categoria professionale?

In termini di sostenibilità del sistema, l’ENPACL può vantare un saldo previdenziale positivo nei primi trenta anni di valutazione, dimostrando la stabilità della gestione nel lungo periodo. Direi, pertanto, che l’ente è ben amministrato ma è logico che la sostenibilità richieda il mantenimento del numero degli iscritti contribuenti. Per incrementare il numero degli iscritti all’ENPACL, con il conseguente aumento del gettito contributivo al fine di  ottenere una sostenibilità sempre maggiore, ritengo che tutti i Consigli Provinciali debbano intraprendere una campagna informativa presso le università per far conoscere più a fondo la nostra professione e far sì che sempre più giovani vogliano intraprenderla. Posso dirle che il nostro CPO è in costante contatto con l’Università della Tuscia ed ha già sottoscritto con la stessa un’ottima convenzione relativa al tirocinio professionale.

Grazie della collaborazione.