Con un recente comunicato stampa diffuso lo scorso 3 Luglio il Consiglio Nazionale dell’Ordine prende posizione sul Decreto Dignità recentemente emanato dal Governo: un provvedimento di luci e ombre, dove convivono misure apprezzabili e altre di gran lunga migliorabili.
Più specificamente, il Consiglio Nazionale dell’Ordine giudica, infatti, positivi gli interventi annunciati in materia fiscale e sul gioco d’azzardo, di gran lunga migliorabili quelli in materia di lavoro. Grande attesa per il testo del Decreto-legge sul quale saranno suggerite senz’altro modifiche migliorative.
Da quanto è possibile apprendere dalle anticipazioni giornalistiche il Decreto Dignità non può essere considerato come una misura del tutto convincente: mentre più apprezzabili appaiono le norme sul gioco d’azzardo e le semplificazioni fiscali, le norme sul lavoro sono considerate di molto migliorabili. In attesa di leggere il testo ufficiale della norma, non disponibile al momento, la Categoria può solo avanzare delle considerazioni di carattere generale.
Le misure in materia fiscale e contabile sono state ben accolte dai professionisti, sia per la previsione dell’abolizione dello split payment per le prestazioni di servizi rese alle Pubbliche Amministrazioni sia per gli interventi mirati a semplificare le attività di studio, come nel caso del rinvio della scadenza dello spesometro e della revisione del redditometro.
Condivisibile anche lo spirito con cui è stata disposta la norma che cerca di salvaguardare i livelli occupazionali penalizzando chi sceglie di delocalizzare, a patto, però, di rendere più accoglienti le condizioni generali del Paese per chi vuole fare impresa, a cominciare dall’elevato costo del lavoro.
Apprezzabili anche gli interventi restrittivi sul gioco d’azzardo, un fenomeno che sta mietendo numerose vittime in questi lunghi anni di crisi economica.
Di gran lunga migliorabili, invece, le novità in materia di lavoro, che di fatto irrigidiscono di molto il rapporto di lavoro. Per di più all’inizio del periodo estivo, quando ci sarebbe bisogno di maggiore flessibilità, in particolare nel settore turistico, per incentivare l’occupazione. La riduzione della durata e del numero di proroghe dei contratti a termine induce al turn over e, quindi, non assicura stabilità al mercato del lavoro.
Inoltre, il ritorno alle causali potrebbe alimentare nuovamente il contenzioso, molto ridimensionato negli ultimi anni.
Infine, l’equiparazione integrale della disciplina del Contratto a tempo determinato alla Somministrazione paralizza un intero settore, che occupa lavoratori in possesso di ogni garanzia di natura contrattuale e previdenziale.
La lettura del testo ufficiale del Decreto darà gli spunti tecnici necessari a elaborare il contributo di idee migliorative, che il Consiglio Nazionale presenterà nel corso delle audizioni parlamentari. Diventa tuttavia difficile rintracciare l’urgenza insita nello strumento del Decreto-legge.
Questo articolo è stato modificato per l'ultima volta il 5 Luglio 2018 6:31