I crediti dei lavoratori non vanno ai CdL: ANCL denuncia i commenti indegni di CGIL Lombardia
Non sono i Consulenti del Lavoro ad intascare i soldi dei lavoratori e chi avanza tali affermazioni dimostra solo scarsa conoscenza del ruolo che i professionisti della categoria svolgono: per le affermazioni di Sergio Fassina, responsabile dell’Ufficio Vertenze della CGIL regione Lombardia, sono necessarie delle scuse urgenti e formali. È questo in sostanza il significato del Comunicato Stampa diramato lo scorso 8 Ottobre da Dario Montanaro, Presidente Nazionale ANCL.
La denuncia di ANCL sui commenti indegni del rappresentante di CGIL Lombardia
Il sindacato unitario di categoria prende atto con il dovuto rammarico che il responsabile dell’Ufficio Vertenze della Cgil della regione Lombardia, Sergio Fassina, si è “abbandonato” a indegni commenti sul ruolo che i consulenti del lavoro svolgono nell’assistere le imprese.
Con la finalità di rendere lode al servizio svolto dall’Ufficio che dirige, Sergio Fassina ha specificato che se la Cgil Lombardia non si fosse impegnata nelle vertenze i
“crediti dei lavoratori […] sarebbero rimasti nelle tasche delle aziende, dei consulenti del lavoro o nei fondi di tesoreria o garanzia”.
Fermo restando la gravità di quanto asserito, affermazione rispetto alla quale l’ANCL sta valutando una possibile azione legale a difesa dell’immagine della professione, ci teniamo a ribadire che i consulenti del lavoro non intascano i soldi che i lavoratori non percepiscono. Sono professionisti che invece si trovano spesso a fronteggiare le mancanze di un sistema pubblico e a sopperire le carenze organizzative della Pubblica Amministrazione, senza intascare nemmeno un euro.
Inoltre, i consulenti del lavoro cercano sempre di indirizzare l’impresa verso un percorso di legalità e di cura della persona che lavora. Infine, l’ANCL tiene a ricordare che i consulenti del lavoro non sono meri “aziendalisti” ma professionisti che nel mercato del lavoro hanno un ruolo ben preciso: applicare la legislazione sociale in modo imparziale, come la legge impone. Tant’è che il legislatore ha riconosciuto ai consulenti del lavoro la possibilità di assistere il lavoratore nella fase di deposito delle dimissioni, nonché nella procedura prevista per lo jus variandi. E non va dimenticato che l’ANCL è stata l’unica associazione sindacale ad intraprendere una battaglia di giustizia sociale contro i cosiddetti “furbetti del contributo” o meglio, contro la cosiddetta terziarizzazione del personale, fenomeno governato da un sistema di cooperative fasulle volte a ledere i diritti dei lavoratori. Quando fu presentata la denuncia presso le sedi competenti, tra i destinatari per conoscenza ed interesse, fu inserita anche la Cgil, che a quanto pare non ha “gradito” che i consulenti del lavoro potessero esercitare una funzione che di diritto gli spetta.
Alla luce di quanto sopra, l’ANCL pretende delle pubbliche scuse da parte di Sergio Fassina in quanto l’affermazione offende ingiustamente tutta la categoria professionale, soprattutto chi questa professione la onora con correttezza e professionalità giorno per giorno.
Se ciò non dovesse avvenire Dario Montanaro, in qualità di Presidente dell’ANCL, si vedrà costretto a disdettare qualsiasi tipo di collaborazione con la Confederazione e con tutte le federazioni ad essa collegate e ad intraprendere le vie legali.