CNO e ANCL Nazionale chiedono lo stop di tutte le scadenze e degli obblighi per erogare gli ammortizzatori sociali

Con un Comunicato Stampa congiunto dello scorso 27 Marzo 2020 il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e l’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro chiedono all’Esecutivo la sospensione di tutte le scadenze e degli obblighi diversi dalla gestione delle pratiche di intervento degli ammortizzatori sociali.

È indispensabile che il Governo prenda immediati provvedimenti finalizzati a non aggravare il lavoro degli studi professionali, altrimenti molti lavoratori non riceveranno in breve tempo gli indennizzi previsti dagli ammortizzatori sociali.

L’appello che Marina Calderone, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, e Dario Montanaro, Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro, è rivolto agli organi di Governo e a tutte le forze politiche e sociali del paese.

Quanto paventato dai Consulenti del Lavoro, fin dall’inizio dell’emergenza, sta diventando realtà!

Il sistema di attuazione degli ammortizzatori sociali “COVID-19”, non è idoneo a garantire, in tempi brevi, la percezione delle somme da parte dei lavoratori. Si corre il grosso rischio che, pur con l’impegno di tutti, le attuali procedure burocratiche non consentano di accelerare i tempi di pagamento.

Infatti, gli strumenti a disposizione sono ancora strutturati con procedure amministrative che prevedono:

  • una fase di presentazione della domanda di intervento all’Istituto di riferimento da parte del Datore di lavoro, (si stima mediamente un tempo di lavorazione di 20 giorni aggravato dall’obbligo di procedure di consultazione sindacali;
  • una fase di analisi amministrativa della domanda, da parte dell’ente ricevente, (si stima mediamente un tempo di lavorazione di altri 60 giorni, gravata dal fatto che le strutture non potevano prevedere l’afflusso contemporaneo di milioni di richieste);
  • una fase di gestione del sistema di pagamento ed eventuale erogazione diretta al lavoratore, (si stima in altri 60 giorni, gravata dal fatto che le strutture non potevano prevedere l’afflusso
    contemporaneo di milioni di richieste).

Pertanto, stante l’attuale situazione, con una previsione ottimistica, si stima che i primi pagamenti saranno effettuati non certo tra tre settimane.
A tale burocrazia si aggiunge la sostanziale impossibilità della quasi totalità dei datori di lavoro di anticipare alcuna somma, tanto anche in ragione delle imprevedibili ed incerte previsioni di ritorno ad una situazione “normale”.

Pertanto,

  • Adesso che è bloccata tutta l’economia italiana non si può continuare a gestire l’emergenza con strumenti ordinari: bisogna annullare tutte le procedure di autorizzazione e passare immediatamente alla liquidazione degli indennizzi;
  • L’unica procedura a carico di intermediari e aziende deve essere quella di liquidazione delle somme – direttamente a carico di INPS o direttamente in busta paga;

È necessario che:

  • venga immediatamente dichiarata una moratoria su tutti gli adempimenti non essenziali per la gestione delle pratiche di intervento degli ammortizzatori sociali (ad esempio: CU, LUL, UNIEMENS, etc);
  • venga previsto un veloce sistema di silenzio assenso sulle domande di intervento di integrazione salariale;
  • venga previsto l’immediato potenziamento di tutte le strutture informatiche e telematiche degli enti destinati a ricevere le domande di intervento degli ammortizzatori sociali.

Mantenere l’obbligo di rispetto delle scadenze e degli adempimenti oltre che degli attuali iter burocratici, significa mortificare gli intermediari e caricare il sistema produttivo italiano di tutte le conseguenze dell’emergenza sanitaria ed economica.