Certificazione dei contratti di lavoro: i vantaggi reali per le imprese e i lavoratori
Alla luce delle recenti novità introdotte dal Jobs Act e in particolare dal D. Lgs. 81/2015 (riordino dei contratti di lavoro) è opportuno richiamare l’attenzione sulla certificazione dei contratti di lavoro e tracciare un bilancio di questo strumento e del suo utilizzo da parte delle imprese della provincia di Viterbo.
La certificazione dei contratti di lavoro, introdotta dal D. Lgs. 276/2003 (Legge Biagi), è uno strumento utile ad assegnare ad entrambi le parti contraenti (datore di lavoro e lavoratore), la certezza del rapporto contrattuale, con lo scopo ultimo di ridurre il contenzioso in materia di qualificazione dei contratti stessi.
In altri termini, grazie alla certificazione del contratto, la regolarità formale e sostanziale del contratto stesso, a prescindere dalla tipologia di contratto, viene certificata da un’apposita commissione di esperti; queste commissioni sono istituite anche presso gli Ordini Provinciali dei Consulenti del Lavoro (oltre che presso gli Enti bilaterali, le DTL e le Università) e offrono anche supporto, tra gli altri servizi, nelle pratiche di conciliazione a seguito del licenziamento.
Certificazione dei contratti di lavoro nella provincia di Viterbo: a che punto siamo
Dal conferimento ai Consigli provinciali degli Ordini dei Consulenti del lavoro dell’istituto della certificazione dei contratti ad oggi, l’Ordine dei Consulenti del Lavoro ne ha purtroppo constatato uno scarso utilizzo nella provincia di Viterbo.
I motivi di questo limitato utilizzo della certificazione dei contratti nella nostra provincia sono da individuare in motivazioni di carattere prevalentemente pregiudiziale, dettate da una insufficiente valutazione del rapporto costo-beneficio, in considerazione dei rilevanti vantaggi che offre l’istituto certificatorio per le imprese, sia in termini contrattuali, sia in termini di tutela dagli accertamenti amministrativi, talvolta ignorati dagli stessi Consulenti del lavoro.
Il Consiglio Provinciale, pur essendo consapevole delle difficoltà incontrate dai propri iscritti nella diffusione dello strumento della certificazione, auspica che i consulenti del lavoro della provincia di Viterbo assumano maggiore consapevolezza dell’importanza dell’istituto certificatorio consigliandone l’utilizzo ai propri clienti, soprattutto allo scopo di diffondere una maggiore cultura imprenditoriale.
I vantaggi della certificazione dei contratti di lavoro
Ci si potrebbe chiedere, a questo punto, perché certificare i contratti di lavoro contribuisca a creare una maggiore visione imprenditoriale e quali sono i vantaggi di questo strumento. Come ha sottolineato anche il Presidente D’Angelo in una sua recente intervista, sia le aziende che i lavoratori devono considerare che, a fronte di un ridotto costo aggiuntivo, la certificazione del contratto di lavoro, qualunque sia la tipologia contrattuale prescelta, garantisce:
- la genuinità del contratto: il lavoratore, in altri termini, ottiene un documento con il quale viene certificata l’adeguatezza della specifica tipologia di contratto alle mansioni svolte, soprattutto in riferimento ai contratti parasubordinati e di natura autonoma, spesso utilizzati per mascherare situazioni che, all’atto pratico configurerebbero altre tipologie di rapporti di lavoro;
- l’intangibilità del contratto: il datore di lavoro ottiene un’assicurazione della resistenza del contratto in caso di controversia, dal momento che la certificazione produce i suoi effetti verso soggetti terzi, come l’INPS, l’INAIL, l’Agenzia delle Entrate e il Ministero del Lavoro. In altri termini, nel caso in cui si ricorra in sede giurisidzionale a un giudice del lavoro o al TAR, gli enti previdenziali, l’amministrazione finanziaria e la Direzione Territoriale del Lavoro, fino alla sentenza di merito che rimuove la certificazione, possono effettuare accessi ispettivi e procedere alla rituale verbalizzazione delle irregolarità accertate, ma non possono adottare provvedimenti amministrativi o ottenere provvedimenti giurisdizionali in contrasto con la certificazione (art.79 D. Lgs. 276/2003).
La certificazione dei contratti di lavoro oltre la Legge Biagi
A questo scenario “base” occorre aggiungere due importanti passaggi successivi che hanno segnato l’evoluzione della Certificazione dei Contratti di Lavoro in direzione di un allargamento del suo raggio d’azione:
- La L. 183/2010 (c.d. Collegato Lavoro) amplia l’ambito oggettivo di intervento della procedura di certificazione (l’art. 30 sostituisce il testo dell’art. 75 del D. Lgs. 276/2003), utilizzabile oggi per qualificare non solo i contratti di lavoro ma anche tutti i contratti (come quelli d’appalto) nei quali sia dedotta una prestazione di lavoro. In base al Collegato Lavoro, inoltre, il giudice, nel valutare la qualificazione di un contratto di lavoro non può distaccarsi dalle valutazioni delle parti espresse in sede di certificazione e, soprattutto, dalle tipizzazioni previste dai contratti individuali certificati (relative, ad esempio, alla clausola compromissoria e alle casistiche che definiscono la giusta causa e il giustificato motivo negli episodi di licenziamento);
- Ulteriore ampliamento del raggio d’azione dello strumento della certificazione e delle Commissioni istituite presso gli Ordini provinciali dei Consulenti del lavoro, viene previsto dal Decreto del Jobs Act relativo al riordino dei contratti di lavoro (D. Lgs. 81/2015) dove sono presenti numerose novità riguardo al demansionamento, alle clausole elastiche, ai contratti part time e alle modalità di abolizione dei contratti a progetto.