Cassa Integrazione a Viterbo: l’INPS è l’unica responsabile della mancata erogazione dei trattamenti
In seguito a un articolo comparso nei giorni scorsi sulla testata online Tusciaweb e condiviso anche sulla nostra pagina Facebook ufficiale, relativo a una riunione tenutasi precedentemente in Prefettura, su richiesta della CGIL, per chiarire i motivi dei ritardi nella concessione dei trattamenti di cassa integrazione, il Consiglio Provinciale dei Consulenti del Lavoro di Viterbo ha richiesto urgenti chiarimenti al dott. Danilo Siddi, Direttore della sede INPS di Viterbo, e alla dott.ssa Rita Piermatti, Prefetto di Viterbo.
Per comprendere come si è giunti a questa grave decisione che si è concretizzata in una richiesta ufficiale di incontro e in una lettera aperta (documenti riportati anche alla fine dell’articolo), occorre fare alcune opportune premesse considerando innanzitutto le affermazioni contenute nell’articolo, per poi richiamare anche le discutibili modalità con cui è stata organizzata la riunione stessa. A questi elementi dovrà essere associato anche un ulteriore chiarimento sui nuovi meccanismi che regolano l’erogazione dei trattamenti di Cassa Integrazione, spiegando, poi, perché tale meccanismo non ha trovato ancora effettiva applicazione.
Questi dati permetteranno di chiarire qual è la situazione che si è configurata nella provincia di Viterbo e di spiegare perché il malfunzionamento delle procedure informatiche dell’INPS sia l’unica causa della mancata erogazione dei trattamenti di cassa integrazione che costituiscono un indispensabile sostegno al reddito dei lavoratori della provincia di Viterbo.
L’articolo di Tusciaweb e la riunione in Prefettura
Lo scorso 4 Marzo la testata online Tusciaweb ha pubblicato un articolo che dava conto delle opinioni di Carlo Proietti, segretario provinciale della Fillea CGIL, riguardo a una riunione tenutasi in Prefettura, nella giornata precedente. Come spiega l’articolo, era stata la stessa Fillea CGIL a richiedere al Prefetto di Viterbo un incontro con le parti sociali, le rappresentanze dei datori di lavoro, l’INPS e le istituzioni del territorio per trovare una soluzione condivisa alla mancata erogazione dei trattamenti di cassa integrazione, una situazione che ormai da diversi mesi si sta protraendo nella provincia di Viterbo.
Un primo rilievo va fatto sulle affermazioni contenute nell’ultima parte dell’articolo che riportiamo integralmente di seguito:
“Dal 24 settembre, giorno dell’entrata in vigore della riforma, ad oggi – continua il segretario – sono mille e duecento i lavoratori che non percepiscono reddito, perché le domande di cassa integrazione sono ferme da sei mesi.
L’Inps, invece che assumersi le proprie responsabilità, ha scaricato la colpa sui consulenti del lavoro. I funzionari si sono giustificati sostenendo che il problema è nella loro incapacità. In realtà, non è così. E’ l’Inps, infatti, che non ha ancora dato retta alla direttiva che li invita a sbrigare la cassa integrazione come fatto fin ad ora. Insomma – conclude Proietti – è il solito scarica barile all’italiana”.
Se nel corso della riunione avvenuta in Prefettura i funzionari dell’INPS di Viterbo hanno davvero addossato la responsabilità della mancata erogazione dei trattamenti di cassa integrazione all’incapacità professionale dei consulenti del lavoro di Viterbo – come sembra affermare Proietti nelle sue considerazioni a margine dell’incontro – ci troviamo di fronte ad affermazioni estremamente gravi perché ledono la reputazione dell’intera categoria professionale e che, se non smentite, configurerebbero un caso di diffamazione pura e semplice, nei confronti degli stessi Consulenti del Lavoro di Viterbo.
Inoltre, come nota anche lo stesso Proietti, e come spiegheremo di seguito, ci troviamo di fronte ad affermazioni false perché l’unica responsabile della mancata erogazione dei trattamenti di cassa integrazione è la stessa INPS.
Riguardo all’incontro avvenuto in Prefettura lo scorso 3 Marzo occorre, poi, fare un ultima precisazione: Tusciaweb nell’articolo nota come all’incontro, durato solo 45 minuti, fossero presenti solo Carlo Proietti e due (non meglio qualificati) funzionari dell’INPS. Ciò è indice del fatto che anche la Prefettura, che ha evitato di informare i Consulenti del Lavoro di Viterbo circa l’incontro, ha gestito con troppa leggerezza un momento di confronto e di verifica tra le parti sociali e le istituzioni che era in realtà di vitale importanza per le sorti dei lavoratori della provincia di Viterbo e per il buon funzionamento della macchina amministrativa.
Il malfunzionamento delle procedure informatiche INPS è l’unica causa della mancata erogazione dei trattamenti di CIG
Per capire come mai sia da attribuire alla sola INPS (e al malfunzionamento delle procedure informatiche del suo sito web) l’intera responsabilità della mancata erogazione dei trattamenti di cassa integrazione, occorre fare un piccolo excursus che aiuti a comprendere le norme in vigore riguardo alla CIG e il funzionamento del procedimento informatico previsto dalla INPS.
Il recente D. Lgs. 148/2015 sulla (riforma della) Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria, ha abolito le Commissioni Provinciali che prima si occupavano di assegnare i trattamenti a sostegno del reddito e ha previsto che questi ultimi vengano autorizzati direttamente dal direttore della sede INPS competente, a seguito di una domanda che gli intermediari abilitati (i consulenti del lavoro che assistono le aziende) devono presentare all’INPS, con sola procedura online, entro 15 giorni dall’avvio della riduzione dell’orario di lavoro o dalla sospensione dal lavoro dei lavoratori, interessati dalla cassa integrazione.
La circolare 7/2016 dell’INPS ha fornito istruzioni riguardo alla gestione della nuova disciplina sulla concessione delle integrazioni salariali che risultano particolarmente complesse e tortuose, soprattutto per il fatto che il sistema richiede la creazione di un file in formato CSV che dà luogo a errori bloccanti incomprensibili, che richiedono tutta una serie di tentativi correttivi che, oltre a comportare un enorme dispendio di tempo, risultano nella quasi totalità dei casi infruttuosi.
Anche l’ANCL-SU, il sindacato dei consulenti del lavoro, è intervenuta sulla questione con una nota (dello scorso 1 Marzo) in cui ha denunciato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al direttore generale dell’INPS il mancato funzionamento della procedura di acquisizione delle domande di cassa integrazione, proprio a causa dell’obbligo di inviare un file con estensione .CSV che risulta del tutto sganciato dagli standard delle procedure informatiche utilizzate dalle imprese e già gestite dall’INPS.
Questo è però solo uno dei tanti casi di malfunzionamento dei servizi informatici dell’INPS: come dimostra un sondaggio realizzato dalla Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro su un campione di 2000 consulenti del lavoro intervistati, la quasi totalità dei quali lamenta difficoltà che, all’atto pratico, sono dovute a un sito web che risulta fuori servizio (nel 35% dei casi) o che, pur essendo attivo, non consente comunque di accedere ai servizi richiesti (nel 67% dei casi).
Altri, gravosi, problemi, si riscontrano con il cassetto bidirezionale che, nella maggior parte dei casi non risulta aggiornato; con la procedura telematica per l’avvio dei rapporti di lavoro tramite voucher e per l’invio delle denunce previdenziali mensili tramite il sistema Uniemens. Sempre riguardo ai flussi Uniemens è stata avanzata più volte dal sistema informatico anche la richiesta di documenti già in possesso della pubblica amministrazione, configurando un chiaro illecito amministrativo e una netta violazione dell’art. 97 della Costituzione che impone il buon andamento e l’imparzialità della Pubblica Amministrazione.
Insomma, duole constatare che si ha a che fare con la più grave disfunzione della macchina amministrativa da trent’anni a questa parte, e che non accenna a trovare soluzione. Di fronte a una serie di disservizi sempre crescenti, e alle voci riportate dalla stampa locale, nell’incontro accordato nelle ultime ore dal dott. Danilo Siddi e fissato per il 14 Marzo alle ore 12.00, appare quanto mai urgente che quest’ultimo (in qualità di direttore della sede provinciale INPS) e il Prefetto forniscano un indispensabile chiarimento, almeno relativamente alla questione della mancata erogazione dei trattamenti di cassa integrazione.
Documenti Correlati
Richiesta di Incontro
Lettera Aperta