La fase di sperimentazione dell’assegno di ricollocazione è ormai entrata nel vivo: previsto del D. Lgs. 150/2015, tra le nuove misure di politica attiva del lavoro, questo strumento è gestito dall’ANPAL che lo scorso Novembre ha inviato circa 30.000 lettere a disoccupati involontari che percepiscono la Naspi da almeno 4 mesi e che continuano a permanere nello stato di disoccupazione. Con questa comunicazione l’ANPAL ha inviato i lavoratori a recarsi nei Centri dell’Impiego del territorio di appartenenza per ottenere il loro assegno di ricollocazione, utile al reinserimento nel mondo del lavoro.
Nel frattempo l’Osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro, in attesa che l’ANPAL integri gli archivi del mercato del lavoro e della formazione, attraverso il Sistema informativo unitario, ha elaborato in un’indagine i dati del campione integrato delle comunicazioni obbligatorie (CICO) fornito dal Ministero del Lavoro, allo scopo di definire molte importanti caratteristiche dei destinatari dell’assegno di ricollocazione – dal numero complessivo, all’età, al genere fino ai settori lavorativi di provenienza – per verificarne le caratteristiche utili all’occupabilità.
L’indagine dell’Osservatorio Statistico sui destinatari dell’assegno di ricollocazione
L’indagine recentemente pubblicata fornisce molti dati interessanti sul variegato mondo dei lavoratori in disoccupazione involontaria, composto da persone diverse non solo per genere ed età, come è quasi scontato che sia, ma soprattutto per le competenze, i profili e le potenzialità occupazionali. Alcuni di questi soggetti sono in grado di trovare nuovamente lavoro stabile in tempi molto rapidi, si tratta in particolare di chi è già sul mercato del lavoro ed è disoccupato solo per la scadenza di un contratto a termine, come, appunto, quei lavoratori che passano da contratto a termine all’altro, i supplenti della scuola che si vedono rinnovare l’incarico dopo la pausa estiva al termine dell’anno scolastico, i lavoratori stagionali, fino a chi lo ha perso per la chiusura della propria azienda o a chi ha subito un licenziamento per giusta causa.
Insieme ai lavoratori in disoccupazione involontaria, l’indagine dell’Osservatorio Statistico di categoria ha indagato i potenziali destinatari dell’assegno di ricollocazione e le loro caratteristiche. Emerge, ad esempio, che i disoccupati involontari percettori di Naspi con maggiori possibilità di ricevere l’assegno:
- appartengono principalmente al genere maschile (59,9%);
- hanno almeno 50 anni (63,7%);
- hanno conseguito il diploma di scuola media (61,9%);
- provengono da un contratto di lavoro durato oltre 2 anni (77,6%).
Un aspetto molto rilevante dell’indagine è la variabile territoriale: la probabilità di trovare un lavoro entro i primi 4 mesi supera il 33% per chi ha lavorato:
- in Lombardia (35,1%);
- in Piemonte (34,9);
- in Friuli Venezia Giulia (34,2);
mentre non supera il 25%:
- in Calabria (19,1%);
- in Sardegna (19,3%);
- in Sicilia (21,2%);
- in Campania (22,8);
- in Puglia (24,1);
In queste regioni del Mezzogiorno si concentra anche la quota maggiore di popolazione che risulta esclusa dai servizi di politiche attive, dal momento che lavoratori stagionali come quelli del turismo hanno storie contributive che non gli consentono di accedere a un sussidio Naspi di durata superiore a i 4 mesi e che, quindi, li escludono dalla platea dei possibili beneficiari dell’assegno di ricollocazione.
Anche la quota di potenziali beneficiari dell’assegno di ricollocazione, però, si concentra nelle regioni del Mezzogiorno, laddove la quota supera il 60% nelle regioni insulari, in Campania, in Calabria e in Valle d’Aosta.
L’assegno di ricollocazione in breve
L’art. 23 del Decreto Legislativo n. 150/2015 relativo Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive presenta l’assegno di ricollocazione affermando che:
“Ai disoccupati percettori della Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) (…), la cui durata di disoccupazione eccede i quattro mesi è riconosciuta (…) una somma denominata «assegno individuale di ricollocazione», graduata in funzione del profilo personale di occupabilità, spendibile presso i centri per l’impiego o presso i servizi accreditati”.
L’assegno di ricollocazione è uno strumento di politica attiva del lavoro, di natura sperimentale, finalizzato al reinserimento dei lavoratori involontariamente disoccupati che percepiscono da almeno 4 mesi il sussidio Naspi e che non hanno ancora trovato un nuovo lavoro.
In accordo con le Regioni, è attualmente in atto la sperimentazione di questo nuovo strumento volta a valutarne l’efficacia e l’impatto sul sistema informativo. La sperimentazione interessa circa 30.000 potenziali beneficiari, individuati con estrazione casuale, che, a partire dallo scorso novembre, sono stati avvisati personalmente dell’inserimento nella fase di sperimentazione, con messaggio al cellulare, messaggio di posta elettronica e lettera raccomandata.
Dopo aver ricevuto la lettera, il cittadino è tenuto a completare la registrazione sul sito dell’ANPAL, inserendo i dati anagrafici ed amministrativi richiesti (titolo di studio, competenze, zona di domicilio, durata della disoccupazione, ecc.). Completata la registrazione, il disoccupato riceverà un voucher che verrà pagato all’agenzia che fornisca il percorso di inserimento lavorativo.
L’importo del voucher è variabile, da 250 a 5.000 euro e viene calcolato tenendo conto delle caratteristiche individuali del beneficiario (per quanto riguarda l’età, ad esempio, un disoccupato in età più avanzata percepisce un voucher di importo più elevato rispetto a un giovane perché più difficilmente occupabile) ma anche del tipo di risultato occupazione che verrà effettivamente ottenuto (da 1.000 a 5.000 euro in caso se verrà ottenuto un contratto a tempo indeterminato, compreso l’apprendistato; da 500 a 2.500 euro per un contratto a termine superiore o uguale a 6 mesi; da 250 a 1.250 euro per contratti a termine da 3 a 6 mesi, solo in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia).
Il voucher è spendibile entro 6 mesi (e prorogabile per altri 6 mesi) dall’erogazione nei Centri per l’Impiego e presso privati accreditati, in ogni regione.
Qualunque sia la struttura a cui si rivolge, il lavoratore viene affiancato da un tutor in un percorso di ricollocazione che lo aiuterà a compilare il curriculum, ad aggiornare le sue competenze e a preparare i colloqui con le imprese. L’assegno viene erogato al Centro per l’Impiego o alla struttura privata solo se il lavoratore viene effettivamente inserito, con un contratto.
Il lavoratore potrà rifiutare un’offerta di lavoro solamente se non è congrua alle proprie esperienze ed ambizioni, ma se rifiutasse un’offerta di lavoro congrua allora perderebbe l’assegno di disoccupazione. Lo stesso vale per la Naspi che (pur mantenendo la durata massima di 24 mesi) non viene persa dai beneficiari dell’assegno di ricollocazione, a meno che questi ultimi non rifiutino una congrua offerta di lavoro.